Francia ● Amiens e Fayet

Dehon e Amiens

Dehon e Fayet

La città di Amiens

Dehon e Amiens

si esalta in particolare e giustamente la nostra grande arte ogivale, la prima al mondo, l'arte veramente cristiana che ci diede le basiliche di Chartres, Amiens, Reims e tanti altri capolavori. Le chiese italiane suscitano ammirazione; le nostre sono migliori nella loro missione, fanno pregare.

 

93 – In sintesi, mi piace la basilica di San Pietro. È la chiesa più bella del suo genere; ma preferisco l’arte ogivale, l’arte veramente cristiana, nei suoi più grandi capolavori, a Reims, a Parigi, ad Amiens, a Chartres, a Bourges e a Colonia.

(B26/5-6Notes sur l’histoire de ma vie – Cahier 5)

 

396 – Per i nostri pittori, si rivendica, in assenza della ricchezza di colori, la bellezza dell’ordine e la saggezza della composizione. Ma si esalta in particolare e giustamente la nostra grande arte ogivale, la prima al mondo, l’arte veramente cristiana che ci diede le basiliche di Chartres, Amiens, Reims e tanti altri capolavori. Le chiese italiane suscitano ammirazione; le nostre sono migliori nella loro missione, fanno pregare.

(BX La Sicile, l’Afrique du Nord et les Calabres)

 

Dehon e Fayet

Oggi, il paese di Fayet conserva i resti del portale della cappella, consolidate dalle cure del comune. È probabilmente la foto che presenta le rovine di Fayet (dove la Congregazione aveva una scuola apostolica fino al 1903 e dove P. Matthias Legrand era ancora durante la guerra insieme con alcuni postulanti) che viene descritta così da P. Ducamp, quando dice: "A Fayet non restava più pietra su pietra… solo un pezzo di muro del portale, che si vede nelle nostre foto, e qualche pezzo di marciapiede che facevano indovinare che una volta lì c'erano delle costruzioni".

 

Nel 1882, l’arciprete di Saint-Quentin, il reverendo Mathieu, compra una casa di campagna dalla signorina Gourdin per metterla a disposizione del Padre Dehon, superiore del San Giovanni, per poter accogliere, durante le vacanze, alcuni alunni dell’istituzione San Giovanni che non avevano la possibilità di tornare a casa. Tra di loro c’era Georges Bertrand. Ma Padre Dehon aveva in mente di fondare, vicino alle opere di Saint-Quentin, una specie di piccolo seminario per la sua Congregazione.

All’inizio d’ottobre 1882, dopo alcuni lavori di ristrutturazione portati a termine dai più grandi durante l’estate, Georges Bertrand rimane lì. Viene raggiunto da ragazzi provenienti da Lyon, dalla Loire, e dall’Est, inviati dalle Suore Serve del Sacro Cuore. San Clemente ormai è fondato. L’autorizzazione accademica per l’apertura di una scuola fu accordata per il 21 novembre, tenendo come superiore il padre Taddeo, e subito dopo, padre Falleur.

 

Il 21 novembre 1882 fu inaugurata la Scuola Apostolica San Clemente.

 

Lo stesso Padre Dehon presiederà diverse volte la consacrazione degli alunni, che per l’occasione indossavano un camice bianco ornato da un cuore. Da questo momento si chiameranno “Petits clercs del Sacro Cuore”. 

Nel 1890, uno dei primi superiori, padre Mathias Legrand, fece costruire, grazie alla collaborazione dei benefattori, un edificio solido e spazioso. Il coronamento avvenne due anni più tardi con la fondazione della cappella che servì da scrigno alle reliquie di San Clemente.

Infatti, Padre Dehon, aveva portato dall’Italia le reliquie di questo giovane martire trovate in una catacomba sulla Via Appia. Queste reliquie riposavano in una cassa di bronzo e vetro. Furono trasportate solennemente nel 1877 nella cappella dell’opera di San Giuseppe che Padre Dehon aveva fondato a rue des Bouloirs, a Saint-Quentin. In seguito furono collocate nella cappella della scuola. Cappella e reliquie sparirono nello stesso momento a causa di un bombardamento tedesco nel marzo 1917.

Le nozze d’argento di Padre Dehon sono state commemorate in questa cappella il 19 dicembre 1893.

Per una decisione governativa del 1° aprile 1903, firmata dal ministro Emile Combes, a Padre Dehon viene comunicato che: “La sua congregazione è sciolta di pieno diritto e che tutti i suoi stabilimenti devono essere chiusi… entro le scadenze determinate dal Prefetto del dipartimento”. San Clemente de Fayet, dunque, deve chiudere i battenti. Il padre Mathias Legrand è costretto ad inviare gli alunni a Brugelette (Belgio) in una proprietà messa a disposizione della scuola da una famiglia belga. La scuola resterà lì per cinque mesi, prima di trasferirsi a Manage, un piccolo castello vicino a Ath, fino al 1907. San Clemente si trasferirà in seguito a Mons, dal 1907 a 1919, poi a Thieu fino al 1924 e infine a Blaugies con un centinaio di alunni, in un antico pensionato di religiose (1924-1929), per ritornare finalmente in Francia, a Viry Chatillon, nella regione parigina, dove la scuola accoglierà regolarmente circa 200 alunni prima di fondersi con un altro stabilimento di insegnamento libero e passare sotto la responsabilità della diocesi di Corbeil, negli anni 1980.

Oggi, il paese di Fayet conserva i resti del portale della cappella, consolidate dalle cure del comune.

È probabilmente la foto che presenta le rovine di Fayet (dove la Congregazione aveva una scuola apostolica fino al 1903 e dove P. Matthias Legrand era ancora durante la guerra insieme con alcuni postulanti) che viene descritta così da P. Ducamp, quando dice: 

“A Fayet non restava più pietra su pietra… solo un pezzo di muro del portale, che si vede nelle nostre foto, e qualche pezzo di marciapiede che facevano indovinare che una volta lì c’erano delle costruzioni”. 

(Ducamp, Le P. Dehon et son œuvre, p. 492) 

 

Nelle sue note sulla guerra a S. Quintino, P. Dehon, parlando di Fayet, dice: 

“Durante quel periodo che ne fu di Fayet ? Il P. Matthias ha avuto la sua buona parte di prove. La sua casa era costantemente invasa. Le sue provviste sparivano, si bruciavano… le sue assi, le sue barriere. Poté conservare la cappella. Un giorno però doveva diventare magazzino di grano. Il sindaco l’aveva indicata agli occupanti, ma noi facemmo subito i passi necessari presso l’autorità militare, con l’intermediario di P. Raymond e la cappella fu salvata… 

Il P. Comte faceva le funzioni di cappellano. Con l’aiuto delle circostanze, ebbe pieno successo. Quasi tutta la parrocchia tornò alla pratica religiosa. L’istitutore cantava alla messa e l’aggiunto vi assisteva. Anche il sindaco venne alle grandi feste. 

Un vicino di St. Clément si ostinava però a lavorare nel suo giardino per tutta la domenica. Che vada ora a vedere quel giardino che era così ben coltivato. 

Il P. Matthias perdette suo fratello, curato d’Uvillers; egli ottenne con fatica il permesso di poter andare ai funerali. 

…Andavo a Fayet ogni quindici giorni. Mi davano un lascia-passare. Vi andavo a piedi, non c’erano più …vetture a S. Quintino…Gli ultimi mesi non ebbi più il lascia-passare. 

I nostri studenti di Fayet avevano dei lascia-passare per venire ai corsi a S. Quintino. Ci venivano prestati quei famosi passaporti; i soldati di guardia tolleravano tutto e le relazioni restavano buone. 

Alla fine Fayet fu evacuata. Quella povera gente non poté portare nulla, tranne una piccola valigia; furono portati al treno a Vermand e Beauvoir. Hanno visto passare P. Matthias e le Suore alla stazione… E solo dopo parecchi mesi che ho saputo che li avevano evacuati su Noyon e quando i Tedeschi si ritirarono da Noyon, il buon P. Matthias, meravigliato di ritrovarsi in un paese libero, andò a cercare pie consolazioni a Lisieux, nel Carmelo.” 

(AD Inv.-Nr. 0067600, inedito)

 

La città di Amiens

La cattedrale di Amiens è uno dei più fulgidi esempi di gotico maturo giunti a noi quasi intatto, schivando sia la furia rivoluzionaria francese che le bombe della prima e seconda guerra mondiale. L’architettura segue la via tracciata da Chartres, ma arriva a grandiosità davvero singolari con i sui 42,30 metri di altezza delle volte e 133 metri di lunghezza.

La città

Città della Francia nordorientale, capoluogo del dip. della Somme, situata sulla riva sinistra del fiume Somme. L’antica Samarobriva – il nome, di origine celtica, ha probabilmente il significato di ‘ponte sulla Somme’ – citata per la prima volta da Cesare nel 54 a.C. (De bello Gallico, V, 24, 19) era abitata dai Galli Ambiani, che vi si erano stabiliti probabilmente tra il sec. 4° e il 2° avanti Cristo. Non risulta che la città abbia avuto una rifondazione romana; il suo sviluppo sembra, piuttosto, essere stato graduale, anche se rapido. Della città romana, che durante la conquista della Britannia, iniziata sotto Claudio, diventò un importante punto di passaggio e di rifornimento, sono stati individuati la rete viaria, alcune necropoli del periodo imperiale – quali quelle della cittadella e del sobborgo di Saint-Acheul (nel quale nel 1185 si stabilirono gli Agostiniani) -, il foro, situato nei pressi dell’anfiteatro, in corrispondenza dell’Hôtel de Ville, e le terme, in corrispondenza della rue de Beauvais. Nel sec. 3° d.C., la città – forse tra quelle saccheggiate dai Franchi durante l’impero di Postumo (dal 258-259 al 268) e di Vittorino (dal 268 al 270) -, che aveva subito una contrazione dell’abitato, fu munita di una cinta muraria. A quest’epoca la tradizione fa risalire il primo vescovo, s. Firmino martire, al quale sarebbe succeduto s. Firmino confessore, anche se il primo vescovo documentato ad A. fu Eulogio, presente al concilio di Colonia del 346. Dopo la distruzione della città, avvenuta a opera dei Franchi nel 409, i vescovi si rifugiarono a Saint-Acheul e si stabilirono nuovamente ad A. soltanto agli inizi del sec. 6°, quando ormai essa faceva definitivamente parte del regno franco di Clodoveo I. Nella città si vennero così a creare due nuclei: i possedimenti del vescovo a Saint-Fuscian e l’antica civitas romana (il Castillon medievale), dove si stabilirono i conti. La cinta perse così qualsiasi carattere di funzionalità e al di fuori di essa si sviluppò il burgus. La città risulta invece fortificata nel 925: la cinta di quest’epoca potrebbe essere stata costruita fin dal sec. 8°, a difesa dalle scorrerie dei pirati.

Già dopo la metà del sec. 9° il potere episcopale e quello comitale erano entrati in conflitto, ma nel sec. 11° i conti della famiglia dei Valois erano sufficientemente forti da poter imporre l’elezione di un proprio vescovo. In questo periodo si posero le basi economiche che portarono in seguito alla formazione del Comune: a N della città si costituì un nuovo quartiere, protetto soltanto dalla Somme, nel quale furono impiantati numerosi mulini; nel 1073 venne ricostruita l’antica chiesa di Saint-Martin-aux-Jumeaux, della quale rimangono soltanto alcuni elementi scultorei (capitelli a foglie d’acanto nel Mus. de Picardie), e poco più tardi accanto a essa sorse la collegiata di Saint-Nicolas. Quest’ultimo edificio, demolito nel sec. 18°, aveva pianta cruciforme, tre navate e volte ogivali; la parte più importante era tuttavia costituita dal portale – analogo dal punto di vista iconografico a quello della cattedrale di Senlis e a quello, perduto, della cattedrale di Cambrai – nel cui architrave erano rappresentate la Dormitio e l’Assunzione della Vergine. Non si conosce il tema iconografico del timpano, ma probabilmente vi erano scolpiti Cristo e la Vergine in gloria. Il portale di Saint-Nicolas – alla stessa famiglia appartengono quello della cattedrale di Laon, quello della collegiata di Saint-Etienne a Corbie e di Saint-Yved a Braine – deve aver costituito, dal punto di vista stilistico, una tappa intermedia tra i portali di Senlis e Cambrai e quello con analogo soggetto del portale mediano del transetto nord della cattedrale di Chartres.Agli inizi del sec. 12° la borghesia, appoggiata dai vescovi, costrinse i conti a riconoscere alla città una sua autonomia e nel 1190, con Filippo Augusto, A. venne legata alla corona, mantenendo tuttavia le proprie libertà comunali. La città acquistò una notevole prosperità economica diventando un centro importante per la lavorazione dei tessuti e nel sec. 13° entrò a far parte della Hansa delle diciassette città.

Nel Trecento venne ampliata la cinta muraria del sec. 12° (costruita, questa, nel periodo di passaggio della città dal dominio dei conti alla corona). Il ruolo strategico avuto da A. durante il conflitto tra Francia e Inghilterra fu causa di un indebolimento economico un incendio distrusse parte della città nel 1357), aggravato poi dalla lotta tra il re e Carlo il Temerario per il possesso della città, che fu tra quelle cedute al ducato di Borgogna con il trattato di Arras del 1435. Soltanto alla morte di Carlo il Temerario A. tornò definitivamente alla corona.

Nonostante l’attività edilizia del periodo comunale sia stata molto intensa (costruzione dello Chemin de l’Eau, canale artificiale che dalla Somme giungeva ai quartieri bassi della città, del Grand quai, costruzione di ponti e porte monumentali, tra le quali quella di Montrecu, per la quale dovette scolpire due statue Jean la Chapelle), a parte la cattedrale non rimane quasi nulla dell’epoca: il beffroi, eretto dopo il 1117 al costituirsi del Comune, è stato in gran parte ricostruito e tra le chiese medievali rimangono Saint-Germain, del sec. 15°, a croce latina con portale a timpano di stile gotico flamboyant e Saint-Leu, pure del sec. 15°, ma ricostruita nel 16°, che tuttavia conserva, alla base del campanile, un portale anch’esso flamboyant.

La Cattedrale 

La cattedrale di Amiens è uno dei più fulgidi esempi di gotico maturo giunti a noi quasi intatto, schivando sia la furia rivoluzionaria francese che le bombe della prima e seconda guerra mondiale.

L’architettura segue la via tracciata da Chartres, ma arriva a grandiosità davvero singolari con i sui 42,30 metri di altezza delle volte e 133 metri di lunghezza.

Storia

Amiens è una ricca cittadina al nord della Francia vicino al Belgio, nella regione della Picardia, che nel medioevo produceva una lana molto pregiata tinta in azzurro con una pianta particolare della regione: la Isactis tintoria.

La città aveva avuto in precedenza sia una chiesa romanica che una gotica, costruita su quest’ultima, ma l’incendio del 1218 la distrusse. Nel 1220 iniziò la costruzione dell’attuale cattedrale per volere del vescovo Evard de Fouilloy, persona energica e di carattere che volle per la città un opera esemplare e magnifica. Il capace vescovo che riuscì a convincere i concittadini e e i lavoratori delle province portando in pellegrinaggio le reliquie è tuttora sepolto nella cattedrale sotto una grandiosa tomba in bronzo.

L’architettura 

I lavori di realizzazione della cattedrale di Amiens sono relativamente veloci e terminano nel 1288. Come per Chartres e Reims gli architetti, Robert de Luzarches e Thomas de Cormont, costruiscono un labirinto nella navata centrale. Rispetto all’idea originale la cattedrale si arricchisce di un imponente ingresso scultoreo e di una aumentata l’altezza delle volte che raggiunse i 42,30 metri, superando qualsiasi altra cattedrale francese eccetto Cattedrale di Beauvais che però crollò. Per sostenere questa altezza si rese necessario l’uso di doppi archi rampanti di sostegno ma sempre in armonia con la pianta di dimensioni eccezionali: 133,50 metri di lunghezza e 65,25 metri di larghezza sul transetto.

La costruzione segue i canoni di Chartres con tre navate sia nella parte frontale che nel transetto, e grande abside divisa in quattro settori.

Il deambulatorio, doppio ai lati ma semplice nel tratto curvo, immette in sette cappelle radiali. All’interno, le pareti sono suddivise verticalmente in tre livelli, archi, trifore e finestre, con la particolarità che la parte di sfondo del triforo è a vetrata.

La reliquia di Giovanni Battista

La reliquia più importante della cattedrale di Amiens è il cranio di Giovanni Battista e tutta la cattedrale è attorniata dalle tradizioni religiose e dai misteri di questo personaggio.

La parete che separa il coro dalla navata centrale è decorata con pannelli a bassorilievo che raccontano passi evangelici di Giovanni che fu il “messia esoterico”, l’uomo che molti commentatori teologi ritengono essere stato l’iniziatore di Cristo ai misteri spirituali.

Una raffigurazione descrive la presentazione della testa del Battista a Salomè, la giovane donna che, secondo la narrazione evangelica, ne aveva fatto richiesta come dono, però non sembra riferirsi al racconto canonico degli evangeli, ma rispecchia concetti che hanno radici nelle tradizioni esoteriche e nella storia misteriosa. Qui la testa di Giovanni non è concepita come un reperto sacro, ma allegoria del principio gnostico della sophia, della saggezza sacra.

La testa del Battista richiama il Bafometto templare  e tra le numerose interpretazioni la più nota accredita al culto di Giovanni Battista significati non ortodossi per la dottrina cristiana.

Alcuni ritengono che i costruttori, seguendo precise conoscenze iniziatiche, avessero voluto concentrare nel sacro edificio il complesso globale delle cognizioni esoteriche medievali che affondano le radici nell’antica sapienza gnostica.

Un altro elemento segreto di questa cattedrale sono le vetrate: alcuni studiosi dell’esoterismo hanno avanzato l’ipotesi che siano un prodotto dell’alchimia, dato che nessuna analisi scientifica è riuscita ad evidenziare come fosse tecnicamente composte. Per fabbricare il vetro gotico furono chiamati addirittura matematici e chimici dalla Persia, come Omar Khaiam, che sostenevano che il loro metodo di colorazione avesse racchiuso il segreto dello spirito del mondo.

Le sculture 

L’apparato scultoreo della cattedrale di Amiens è imponente tanto da essere soprannominato “Bibbia di Amiens” per la completezza delle rappresentazioni che comprendono quasi tutti gli episodi dell’antico e nuovo testamento.

Le opere sono quasi tutte del XIII secolo, e sono tanto importanti da creare uno stile che si diffonderà in Europa. Le figure sono esili e allungate, costruite in modo da permettere la produzione in serie. iI risultato è quindi accademico, dalle linee eleganti e di grande bellezza ma fredde e distanti.

La facciata, fiancheggiata dalle torri del XIV e XV secolo ha tre portali al di sopra dei quali si trovano due gallerie con le statue dei re di giudea e Israele, e in centro il magnifico rosone che supera gli 11 metri di diametro. L’iconografia segue il modello di Notre Dame di Parigi. Sul pilastro del portale centrale appare la famosa statua di Cristo in atteggiamento maestoso e nel timpano la scena del Giudizio universale.

II portale destro descrive la vita di Maria, quello sinistro è dedicato a San Firmino. La statua più importante è la Vierge Dorée, situata nel portale sul fianco meridionale che si apre alla testata del transetto, opera della fine del XIII secolo.

Nel XIV secolo, il complesso scultoreo fu completato con una serie di figure di personaggi storici, come il re Carlo V il Buono e suo figlio, il Delfino, addossate ai pilastri che separano le cappelle dal coro. Prive della solennità di quelle della facciata, ma dotate di un lirico naturalismo, rappresentano un contrasto che permette di apprezzare l’evoluzione della scultura negli ultimi secoli del Medioevo francese. All’inizio del XVI secolo vennero intagliati i 110 stalli del coro, che ancora oggi si conservano come ulteriore dimostrazione della miracolosa sopravvivenza del patrimonio artistico di Amiens. Le vetrate originali sono andate perdute eccetto alcuni frammenti del XV secolo.

Catedral de Amiens

Place Notre Dame

Amiens – France