Saint-Quentin ● Storia

Nel passato

Oggi

Visitare la città

Nel passato

Nel secolo XIX°, conosce un grande sviluppo diventando una fiorente città industriale. La produzione è diversificata, ma la meccanica e il tessile diventano le più importanti: i "prodotti di Saint-Quentin" sono molto conosciuti.

 

Saint-Quentin, anticamente chiamata Augusta Viromandorum, fu fondata nel 27 A.C. dai Romani sopra un basso colle calcareo dominante la Vallée de la Somme. Secondo la tradizione, alla fine del III° secolo, il 31 ottobre 287, qui è stato martirizzato un giovane missionario romano Quintinus. Dal IV° secolo, le sue reliquie sono state oggetto di un importante pellegrinaggio che durerà fino al 1914. “È sempre lì, scrive Padre Dehon, che è stato martirizzato e sepolto Saint-Quentin. Che simpatica figura, quella di questo giovane romano, figlio di un senatore, che arrivò nel III° secolo, coi suoi undici compagni, rinnovando e propagando la fede in tutto il nord della Francia “. (NHV.IX p. 83).

Nel Medioevo, la vita di Saint-Quentin è caratterizzata dalla sua triplice vocazione, religiosa commerciale e strategica organizzata attorno alla Collegiata. 

Città libera riceve dal Conte del Vermandois una carta comunale che ufficializza i suoi diritti.

All’inizio del XIII° secolo, Saint-Quentin entra a far parte del dominio reale. In questa epoca diventa una cittadina fiorente, soprattutto a causa della sua attività tessile (città dei “drappi”). È anche un luogo commerciale importante a causa della sua posizione lungo la frontiera del regno di Francia, tra le fiere che si svolgono nella regione della Champagne e le città fiamminghe. Tra l’altro a Saint-Quentin si tiene anche una grande fiera annuale. Gode della sua importanza anche grazie alla sua posizione centrale, nel cuore di una ricca regione agricola (commercio di cereali e del guado (o gualdo), pianta per colorare i tessuti).

A partire dal XIV° secolo, Saint-Quentin soffre della sua posizione strategica: subisce le guerre franco-inglesi (guerra dei Cento Anni). Nel XV° secolo è disputata ai re della Francia, dai Duca della Borgogna: è una delle “città della Somme”. Colpita dalla peste, diverse volte, la sua popolazione diminuisce talmente tanto che la sua economia ne risente gettandola in grave difficoltà.

Villa fortificata per far fronte alle invasioni, fu distrutta in varie occasioni, ma sempre ricostruita grazie alla tenacia dei suoi abitanti. Saint-Quentin è stata assediata, presa e distrutta dalle truppe di Filippo II° di Spagna nel 1557. La città è stata saccheggiata e i suoi abitanti battuti nonostante la loro eroica resistenza, che viene commemorata da un monumento situato nella piazza dell’ 8 ottobre, ricordando che “i cittadini furono i bastioni della città”. 

Alla fine del XVI° secolo, l’industria tessile si specializza nella produzione di tele di lino. Recupera la sua prosperità, in modo particolare nel XVIII° secolo, quando queste tele verranno esportate in tutta l’Europa e le Americhe.

Sotto l’Impero, le difficoltà all’esportazione, causarono una recessione economica. Alla richiesta dell’amministrazione, Napoleone autorizza la demolizione delle fortificazioni per permettere alla città di espandersi fuori, al di là dei vecchi limiti. Nel 1814-1818, Saint-Quentin fu occupato dai Russi ma senza accusare danni.

Nel secolo XIX°, conosce un grande sviluppo diventando una fiorente città industriale. La produzione è diversificata, ma la meccanica e il tessile diventano le più importanti: i “prodotti di Saint-Quentin” sono molto conosciuti.

La guardia nazionale di Saint-Quentin respinge eroicamente l’esercito tedesco l’8 ottobre 1870. Sarà la Prima Guerra mondiale che devasterà maggiormente la città, circa l’80% del suo territorio sarà distrutto. Saint-Quentin fu insignita con la Legione d’onore. La città fu ricostruita conservando praticamente il suo piano originale, rispettando lo stile antico dominante: “Art déco” ( Exposition universelle  des Arts décoratifs de 1925).

La Prima Guerra mondiale infligge un colpo terribile alla città. Dal settembre del 1914 subisce una dura occupazione. A partire dal 1916 si trova nel cuore della zona dei combattimenti, poiché i tedeschi l’hanno integrata nella linea Hindenburg. Dopo l’evacuazione della popolazione a marzo, la città è stata sistematicamente saccheggiata e tutta l’attrezzatura industriale portata via o distrutta. I bombardamenti hanno finito di distruggerla: l’80 % degli immobili (anche la basilica) sono andati in rovina.

Nonostante il sostegno nazionale, la ricostruzione è lunga e la città riesce appena a ritrovare il dinamismo precedente al 1914. Lo sviluppo della città si è ripreso, fondato sulla tradizione tessile e meccanica. Questa prosperità va avanti fino alla metà degli anni ’70, periodo nel quale l’industria tessile francese comincia a soffrire la concorrenza dei paesi in via di sviluppo. 

 

Saint-Quentin nel 1890

Saint-Quentin, come tutta la Francia, ha conosciuto il suo vero slancio economico durante il secondo impero, per poi prolungarsi fino a questo ultimo periodo del secolo. “Saint-Quentin passa da 34.000 abitanti nel 1872 a 50.000 nel 1900. Decine di paesi del Vermandois e del Cambresis lavorano per i loro cotonifici, i loro laboratori di lavanderia, le loro fabbriche di tende, piqué, ricami. Nello stesso momento si riscontra però che l’impoverimento dei lavoratori si accentua, e il contrasto si manifesta sempre di più con l’arricchimento della classe dirigente e dei proprietari: nel 1890 la percentuale del valore totale delle successioni è dell’89,9 per i possessori, di 9,6% per le classi medie e dello 0,4% per gli operai”. (P. Pierrard)

Nell’anno 1890, il Padre Dehon annota: “La casa famiglia del patronato San Giuseppe rifiuta ogni settimana due ragazzi abbandonati”. (OSC II 33)

“Un gran numero di bambini muore nei primi giorni di vita. Le loro madri sono obbligate a rimanere in fabbrica fino ai dolori del parto e a riprender il lavoro pochi giorni dopo”.

La popolazione vive nella miseria, con un salario instabile, senza che nessuna istituzione li protegga.

Il Padre Dehon constata che “le risorse di una famiglia normale di cinque membri variano da 1100 a 1400 franchi” mentre Leon Harmel, proprietario della fabbrica de Val-des-Bois, stima che “il minimo necessario per una famiglia di cinque membri sarebbe 1551 franchi”. (OSC II 50)

Molti abitano in orribili tuguri, boulevard Richelieu, nel sobborgo san Giovanni e nelle vie basse del quartiere del mattatoio… si vedono alcuni stracci, un giaciglio per tutta l’intera famiglia, due o tre sedie sprofondate, un tavolo senza una gamba… durante la cattiva stagione, un terzo della popolazione è stato soccorso da un comitato di beneficenza… Della santificazione della domenica attraverso la preghiera, la maggioranza non aveva idea di cosa fosse! Per la maggior parte degli operai la domenica non è che il giorno e l’occasione per liberarsi dal lavoro nei campi o quello nelle botteghe… Nelle fabbriche gli apprendisti vanno la domenica mattina per pulire le macchine e i luoghi di lavoro… Si rilevano alla basilica una sessantina di comunioni e duecento le domeniche ordinarie… Il Terzo Ordine conta una sessantina di membri…”.

Nel 1872, su una popolazione di 34.000 abitanti, si contano 6978 donne e 4362 uomini che non sanno né leggere né scrivere, vale a dire una persona su tre!

Durante questo secolo, Saint-Quentin si fa notare per la sua combattività operaia e repubblicana. Alla fine del 1847, è stata una delle 50 città che ha organizzato un banchetto repubblicano per ottenere: “una riforma elettorale, l’abolizione della miseria attraverso il lavoro e il miglioramento della sorte delle classi operaie”.

Non è strano, che alla fine del secolo, la classe operaia sanquintinese si organizza rapidamente con i sindacati e crea una delle prime “Borse di lavoro” in Francia. I giornali dell’epoca raccontano del resto degli scioperi massicci compiuti dagli operai, dai tessitori ai muratori, dai falegnami ai carpentieri … 

Le rivendicazioni che Padre Dehon considera legittime, si riferiscono soprattutto ai salari, agli orari e alle condizioni di lavoro…

Il padrone alle volte negozia, ma si appella spesso alle forze dell’ordine che reprimono duramente e cercano di perseguitare chi incita le masse.

Senza ritrovare queste condizioni disumane di alloggio, oggi si possono vedere ancora alcuni “corsi”, per esempio all’altezza della rue Mulot, sulla destra, arrivando verso la rue Georges Pompidou.

Oggi

Nel gran Saint-Quentin ci sono tre parrocchie. Il responsabile della parrocchia di Saint-Quentin Nôtre Dame (basilica) è anche vicario episcopale per la zona pastorale di Saint-Quentin (10 parrocchie) e attualmente vicario generale. I musulmani hanno una moschea nel territorio della nostra parrocchia e in città una sala di preghiera.

Seconda città della Picardie, a un’ora e trenta da Parigi, Saint-Quentin è collegata alle grandi città del Nord della Francia e dell’Europa, da un’importante rete stradale, autostradale, ferroviaria e allo stesso modo fluviale, sebbene non sia dotata di canali di grande rilevanza e portata.

Nel cuore di un vasto territorio di 130.000 abitanti, Saint-Quentin con i suoi 57.000, è la capitale dell’Alta Picardie, e la capitale economica dell’Aisne, ricca di una tradizione industriale che dimostra il suo talento nella produzione del tessile e nella metallurgia.

Un passato industriale ha fatto di Saint-Quentin la capitale economica dell’Aisne, con la sede della camera patronale, un’importante camera economica e la sede delle unioni dipartimentali dei sindacati operai.

La guerra, in modo particolare quella del 14/18, con le sue trincee ha lasciato delle tracce qui comprese in un sottosuolo già abbastanza fragile a causa di numerosi cunicoli e sotterranei poco conosciuti. Il suo ambiente è modesto. Si sono dovuti aspettare gli anni 1990 e 2000, affinché tutti i quartieri beneficiassero della presenza di fogne.

La popolazione di Saint-Quentin è essenzialmente operaia. Conosce un tasso di disoccupazione intorno al 14%. La modernizzazione dell’agricoltura, la scomparsa dell’industria tessile e la grande industria metallurgica, hanno causato la perdita di posti di lavoro molto considerevole. Per un periodo sono state parzialmente rimpiazzate da imprese di mano d’opera come la Motobécane. Anche queste ultime hanno conosciuto perdite importanti di effettivi o sono sparite. Così si mantiene il peso permanente delle disoccupazioni sulla popolazione. Il precariato si fa sentire pesantemente. Le associazioni di carità sono numerose e attive, segno dell’impoverimento della popolazione.

La popolazione degli immigrati che lavora nei cantieri edili, nelle fonderie, nelle filande viene duramente colpita.

Si son fatti degli sforzi notevoli nel campo della formazione e per favorire la nascita di nuovi impianti industriali e commerciali. I risultati sono stati modesti e non hanno contribuito a riportare i tassi di disoccupazione a livello nazionale.

Saint-Quentin è adesso un comune di destra ed ha un’agglomerazione che comprende 18 comuni che costituiscono a loro volta 3 cantoni.

Nel gran Saint-Quentin ci sono tre parrocchie. Il responsabile della parrocchia di Saint-Quentin Nôtre Dame (basilica) è anche vicario episcopale per la zona pastorale di Saint-Quentin (10 parrocchie) e attualmente vicario generale. I musulmani hanno una moschea nel territorio della nostra parrocchia e in città una sala di preghiera. Nel centro della città troviamo anche un tempio protestante della Chiesa Riformata di Francia. Cattolici, Riformati e Musulmani si incontrano da più di venti anni. I Battisti hanno un luogo di culto nel quartiere di Remicort cosí come i Testimoni di Geova. Anche i mormoni hanno un complesso immobiliare con il loro luogo di culto.

I Sobborghi di Saint-Quentin

Il cuore di Saint-Quentin è costituito dal quartiere che comunemente si chiama « la basilica » e che è stato effettivamente edificato intorno alla basilica e al comune, nella parte più alta della città. Qui si concentra l’essenziale della vita amministrativa e commerciale salvo le grandi superfici alle periferie della città. Globalmente, i boulevard Henri Martin, Richelieu, Roosevelt, Gambetta, Léon Blum e Victor Hugo segnano i confini di questo centro città.

Oltre a questi boulevard, le attività industriali, principalmente tessili e metallurgiche, hanno fatto nascere un insieme di abitazioni e centri che portano spesso il nome delle fabbriche (David e Maigret, Cotonnière…) e hanno costituito i “sobborghi” di Saint-Quentin con dei quartieri essenzialmente operai, dove i commerci si sono sviluppati tardivamente. Si parla dei sobborghi, Saint Martin, Saint Jean e Saint Eloi dove alle loro estremità, negli anni 50/60 si sono costruite città e quartieri tipo HLM. Abbiamo anche tra gli altri a Saint Jean, il quartiere Vermand, la ZUP Nord o quartiere dell’Europa; a Saint Martin quello degli Aviatori, dei Musicisti, e a Saint Eloi, la ZUP Est o quartiere di Neuville e il quartiere Sainte Thérèrese…

È qui, in questi sobborghi, che si sono stabilite nel corso degli anni, le fabbriche un po’ più importanti. La SNCF caratterizza fortemente il sobborgo Saint Eloi e Gauchy.

Le parrocchie si erano organizzate ai limiti dei sobborghi fin dall’anno 2000, quando una riorganizzazione diocesana di parrocchie pose delle nuove suddivisioni che finalmente riuscirono a raggruppare le parrocchie dei sobborghi e dei paesi, cosa che l’estensione urbana assorbe progressivamente.

Abbiamo quindi la parrocchia di Saint-Quentin in Vermandois che raggruppa San Martino, Oëstres, Saint Jean e la ZUP nord o quartiere d’Europa, come i villaggi di Fayet, Holnon, Gricourt e Francilly. La parrocchia di Saint-Quentin Vallé d’Isle comprende il sobborgo Saint Eloi e Ste Thérèse, la ZUP est o quartiere di Neuville con Gauchy, Grugies, Homblères, Neuville Saint Amand, Mesnil Saint Laurent e Marcy.

La parrocchia Saint-Quentin Notre Dame comprende il centro della città, l’antica parrocchia della Basilica con Remicourt, e i paesi di Mourcourt, Omissy e Rouvroy…

La Basilica

Edificata dal XIIIº al XVº secolo, la basilica conserva le reliquie del santo patrono della città: Quintinus venuto ad evangelizzare la Picardie (Belgio) nel IIIº secolo. Martirizzato nel 287, “con fuoco, acqua e ferro”, il suo corpo, decapitato, fu gettato nella Somme. Eusebia, una matrona romana cieca, ritrovò il suo corpo 55 anni più tardi nelle rive paludose della Somme: oggi, le “paludi dell’Isle”. Mentre trasportava il suo corpo su un carro, i buoi si rifiutarono di andare avanti, essa capì allora che il Santo voleva essere sepolti lì, in quel luogo preciso. Ed è in quel punto esatto che oggi sorge la basilica.

Una campagna di scavi archeologici del CNRS, eseguiti tra il 2004 e il 2010 nella cripta (che si trova sotto il santuario attuale), ha messo in evidenza 19 livelli d’occupazione del suolo; in particolare la prima tomba di Quintino (legno pietrificato tipico di una tomba riservata ad un personaggio importante della fine del IIIº secolo inizio IV°), una cappella cristiana del V secolo e tracce di una ristrutturazione del VI° secolo dopo che Saint Eloi ritrovò il corpo di Quintino, sparito con le invasioni barbariche.

La collegiata riceve il titolo di basilica nel 1875, confermando anche la sua vocazione di chiesa di pellegrinaggio.

L’attuale edificio ha le dimensioni di una cattedrale: 123 metri di lunghezza; 52 metri di larghezza; con un’altezza sotto le volte di 34 metri. La guglia che incorona l’edificio è stata realizzata soltanto negli anni 1970. La Prima Guerra mondiale ha distrutto quelle anteriori.

È dotata di un coro sorprendente, detto “radio concentrico” (caso unico nell’architettura gotica) con un doppio transetto, una torre atrio e un labirinto.

Dal “primo gotico”, dai primi livelli della torre portico, fino alla facciata gotico fiammeggiante del braccio sud del primo transetto, la basilica ci offre tutte le tappe del Gotico passando per un bel classicismo “di Reims” nell’elevazione del coro, e un bell’esempio dello stile ornato nella crociera sud del gran transetto aerato da un eccellente rosone.

Fu gravemente colpita dalla guerra del 1917 ma in seguito, abilmente restaurata. Offre ai visitatori un insieme affascinante e complesso dell’architettura gotica mostrando la sua originalità tra le cattedrali della Picardia.

Il padre Dehon fu insediato come settimo vicario nella Basilica il 16 novembre 1871 dall’Arciprete Gobaille, che gli attribuì nel vicariato “una modesta cameretta sotto la soffitta… che ha come orizzonte la magnifica basilica, con i suoi contrafforti giganteschi e il piccolo portale fiammeggiante” (Ducamp, 103). Tre mesi dopo ebbe un’altra stanza. “I vicari vivevano in gruppo” annota padre Ducamp, in una mansarda della via dell’Ufficiale (Ducamp, 102), “mansarda” oggi distrutta, che si affacciava sulla piazza Ragazzi Cantori 

 Questo vicariato rappresentava una grande forza morale per la città. Padre Dehon assicurava, in principio, la prima messa del mattino, che lo faceva alzare alle quattro per “salvar la sua preghiera”. Celebrava all’altare della Madonna, dove distribuiva una cinquantina di comunioni.  Felicemente “la vita comune al vicariato, vera vita di famiglia, era diventata per i vicari un potente sostegno ed un riconforto in tutti i sensi”. (Ducamp 107)  Cfr. NHV IX p. 87.

 

Visitare la città

La piazza è dominata dall’Hotel de Ville, esempio notevole di stile gotico fiammeggiante, terminato nel 1509. La facciata è ornata da 173 sculture alcune bizzarre e altre che riproducono scene di vita della città.

 

Piazza del Municipio (Hôtel de Ville) 

La piazza è dominata dall’Hotel de Ville, esempio notevole di stile gotico fiammeggiante, terminato nel 1509. La facciata è ornata da 173 sculture alcune bizzarre e altre che riproducono scene di vita della città. L’edificio possiede tre pignoni, dominati da un campanile traforato di forma ottagonale che al suo interno accoglie un carillon di 37 campane che scandisce il ritmo della vita dei cittadini di Saint-Quentin.

All’interno troviamo la sala dei matrimoni, dall’aspetto medievale, coperta da un sorprendente soffitto policromo formato da una doppia volta in legno e caratterizzata da un camino monumentale ornato secondo lo stile gotico. Troviamo anche una galleria rinascimentale e una curiosità: qui fece colazione Enrico IV.

 

Il Museo Antoine Lécuyer 

Era il 5 settembre 1704, giorno in cui nacque a Saint-Quentin colui che diventerà il virtuoso del pastello del secolo XVIII°, Maurice Quentin de La Tour. Esclusivamente ritrattista, l’artista divenne celebre per la sua facoltà di cogliere non soltanto i tratti ma, più ancora, la psicologia dei suoi modelli. La sua opera riflette abbastanza la brillante società del secolo di Luigi XV: filosofi e scrittori (Voltaire, Rousseau, D’Alembert), pittori, cantori e musicisti, borghesi facoltosi e aristocratici, fino ad arrivare alla marchesa di Pompadour e alla famiglia reale.

Questo è quello che vanta il Museo Antonio Lécuyer, il Museo delle Belle Arti di Saint-Quentin, conservare i suoi prestigiosi laboratori, sintesi di una vita e di un genio artistico.

 

Il palazzo di Fervaques

La prima abbazia di Fervaques fu fondata per alcuni religiosi, da San Bernardo nel 1140, vicina alle sorgenti della Somme, a 12 chilometri da Saint-Quentin. Fu rovinata nel 1557 dagli eserciti di Filippo II di Spagna. Nel secolo XVII i Bernardini la fecero ricostruire nuovamente. Sconsacrata durante la Rivoluzione, l’abbazia nei secoli XVIII e XIX accolse i tribunali, la scuola di disegno Maurice Quentin de la Tour, la biblioteca, la polizia municipale, le associazioni, ecc…

Ormai vecchia, viene demolita alla fine del XIX secolo, per fare spazio ad un imponente edificio costruito tra il 1897 e il 1911, che ospitava la giustizia, il tribunale di commercio, e quello del lavoro. La Camera del Lavoro che accoglie anche la CGT è al pianterreno centrale. La scalinata permette di entrare nel salone d’onore che offre l’accesso tramite una scala maestosa in marmo alla sala prestigiosa delle feste e cerimonie.

 

Il museo delle farfalle (des papillons)

Raccolta da un ricco appassionato della regione, Monsieur Passet, questa incredibile collezione di farfalle, fu trasmessa alla città di Saint-Quentin nel 1912. Tra i 600.000 esemplari che conta la collezione, più di 20.000 sono in esposizione al museo, per offrire uno spettacolo unico nell’ammirare le specie più belle. Nel 1942, la raccolta si è arricchita di quella di Monsieur Verplancke, e nel 1988, di quella del canonico Pierre  de Larminat.

I gioielli del museo sono, senza dubbio le specie esotiche, le più ricche, riguardo alla forma e ai colori. Morpho azzurro metallico, Argema del Madagascar, Phyllodes che imita la foglia di un albero, Thisania della Guyane, la più grande farfalla del mondo. Questa visita è un vero e proprio viaggio nel mondo affascinante degli insetti e queste meravigliose specie esotiche non aspettano altro che stupirvi! 

 

Il Teatro Jean Vilar 

Situato nella piazza dell’Hotel de Ville, il teatro fu progettato nel 1844 dall’architetto Guy, di Caen, che costruì nello stesso periodo quello di Caen. Le sculture della facciata furono tagliate nella pietra soltanto dieci anni dopo la fine della costruzione compiuta dall’artista Matagrin, parigino, di ottima fama che eseguì anche alcuni lavori di restauro al Louvre. La sala all’italiana è nota soprattutto perché gli artisti che vi si esibiscono la esaltano per la qualità ottima della sua acustica. Nel 1921 il soffitto fu ricoperto da un telo dipinto dal pittore Prevost, che rappresenta simbolicamente la città che rinasce dalle sue ceneri in seguito  alle distruzioni subite, nel 1914 e nel 1918.

 

La Palude d’Isle

La riserva naturale delle paludi d’Isle è situata in mezzo all’agglomerato di Saint-Quentin. Ha una superficie di 47,52 ettari e fa parte di una zona umida di circa un centinaio di ettari, ripartiti tra i comuni di Saint-Quentin e di Rouveroy, lungo la valle della Somme. Una vallata larga, asimmetrica, a fondo piatto, un fiume con una portata debole e il restringimento della valle presso Saint-Quentin, hanno favorito la formazione di queste paludi torbose.

Nel Medioevo lo stagno d’Isle, il più esteso, era utilizzato come bacino di piscicoltura dai religiosi dell’abbazia d’Isle. Le paludi d’Isle sono un isolotto verde che offre un paesaggio notevole per la diversità dei suoi ambienti: sorgenti, stagni, canneti. Questa varietà di luoghi corrisponde a una diversità di stati idrici. Dopo alcuni studi specifici sui fiori, inventari più precisi realizzati a partire dagli anni 1990 hanno contato più di 150 specie, riscontrando anche cinque specie protette, come la Grand douve, (Rannunculus lingua), il Potamot coloré (Potamgeton gramineus) o ancora la rarissima Cicuta virosa. La cicuta virosa trova nelle paludi d’Isle una delle ultime stazioni vitali nella regione del Nord- Pas de Calais- Picardia. Specie notevole come il Souchet brun o il Marisque fanno risaltare la ricchezza della flora di questo sito. La Riserva è situata in una via importante di migrazioni per gli uccelli. Ogni anno viene effettuato un monitoraggio ornitologico sul sito della Riserva naturale. Sono stati osservati già circa 160 specie di uccelli. Tra le specie nidificanti si incontra un gran numero di esemplari della specie dei cannareccioni paludicoli. L’alzavola nidifica regolarmente. Si contano anche moltissime specie di insetti: la libellula Cordulia metallica che si trova qui al limite della sua zona di ripartizione; la rarissima Noctuelle à baionette è registrata in Francia solo in tre località del dipartimento dell’Aisne.

 

I Beghinaggi

IL movimento del beghinaggio nasce alla fine del XII° secolo, nella regione reno-fiamminga; è una epoca dove l’eccesso di donne (guerre e crociate) e le difficoltà economiche e sociali, hanno indotto alcune di loro a raggrupparsi per vivere l’ideale di castità e di povertà evangelica della Chiesa originaria, sotto l’impulso di Lambert Le Bègue, un predicatore di Liegi che pare sia stato a dargli il nome… a meno che il termine non ricordi quello di “béguin”, la piccola cuffia che un tempo portavano le donne e i bambini.

Le donne non erano né religiose né laiche tanto che non pronunciavano i voti definitivi, rifiutavano la clausura e non avevano una regola comune approvata da Roma. Ogni beghinaggio aveva la propria regola sotto la vigilanza del vescovo. I beghinaggi si raggruppavano in un recinto di case individuali intorno a una cappella, e accoglievano oltre alle beghine, ammalati e donne povere. L’atmosfera era austera e monacale.

Saint-Quentin in quel tempo era una città di frontiera tra il Regno di Francia e quello di Fiandria. Gli scambi, quelli tessili soprattutto, erano notevolmente numerosi.

Fu sicuramente a causa dell’influenza dei suoi vicini di Gand o Bruges che il primo beghinaggio fu fondato nella nostra città, nel 1235, da Gerard da Fonsonmes. Questa istituzione, situata nell’attuale rue Raspail, ma demolita nel XV secolo, ricevette la visita di san Luigi quando venne per inaugurare il coro della basilica.

Dal XV al XVIII secolo, i beghinaggi conoscono un certo entusiasmo beneficiando anche di molte donazioni da parte delle personalità della città. La città dei campanari ne aveva otto, tra i quali il beghinaggio di Santa Anna, nella via Michelet, l’unico di questo periodo che non è scomparso.

La Rivoluzione ha sancito la loro rovina. Le cappelle furono demolite, le beguine sparirono… I beghinaggi rinascono nel XIX° secolo, grazie alla collaborazione degli industriali che decidono di alloggiare operai e persone anziane..

Oggi i beghinaggi sono stati convertiti in luoghi sociali di accoglienza, soprattutto di donne sole. Costruite attorno a un piccolo giardino, offrono calma e pace ai loro abitanti.

Saint-Quentin è la città francese che ha il più grande numero di beghinaggi: sei grandi complessi e sette più piccoli, con una capacità totale di 270 alloggi.

Il più caratteristico è senza dubbio quello situato in rue Quentin Barré, numero 61, con i suoi pignoni a dentelli, che ricordano una vera autenticità fiamminga. 

Dove si possono trovare i beghinaggi?

– Il beghinaggio Santa Anna, all’angolo tra la rue Michelet e la rue d’Issenghien.

– Il beghinaggio Saint- Augustin – Saintea-Marguerite, all’angolo tra la rue Beaudreuil  e la rue de Moulin.

– Il beghinaggio Bellevue, all’angolo tra la rue Bellevue e la rue Pierre- Ramus.

– Il beghinaggio Quentin Barré, all’angolo tra la strada con lo stesso nome e la rue Mulhouse.

– Il Vieux –Ménages Saint Lazare, rue de La Fére.

– I beghinaggi e i vecchi alloggi della Fondazione Leblanc, tra la rue Camille Desmoulins e il boulevard Roosvelt.

La basilica fu gravemente colpita dalla guerra del 1917 ma in seguito, abilmente restaurata. Offre ai visitatori un insieme affascinante e complesso dell’architettura gotica mostrando la sua originalità tra le cattedrali della Picardia.