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Dehon e Pisa

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Dehon e Pisa

Il progetto è quello di una basilica romana a cinque navate, ma ci sono due peculiarità: una cupola sulla croce delle navate, gallerie con colonne usate come ornamenti all'esterno e all'interno e in particolare sulla facciata dove ci sono quattro file. La cupola è un elemento bizantino. Le gallerie di colonne furono usate nel periodo bizantino intorno alle absidi esterne. Gli orafi e gli scultori d'avorio li sovrapponevano per incorniciare le loro statuette o scene intagliate.

 

16 a 18 settembre – 1888

293 – Ci siamo fermati poche ore a Pisa per vedere le sue meraviglie artistiche e soprattutto il suo Campo Santo con i suoi affreschi, alcuni dei quali, come il giudizio di Orcagna, esprimono così bene la fede delle epoche cristiane e la predicano in modo così eloquente.

NOTES QUOTIDIENNES – 4ème CAHIER – 12 novembre 1887 – 17 aprile 1890 [IV] 1888

 

1899 – Pisa

36-40 – Fu a Pisa che il movimento artistico ebbe inizio in Italia.

Pisa, dall’XI al XIII secolo, fu la regina del Mediterraneo. Ha rivaleggiato con Genova e Venezia. Possedeva la Corsica, la Sardegna e la costa italiana dalla Spezia a Civitavecchia. Pisa aveva il sangue e le tradizioni degli Etruschi; Pisa era, con la sua marina, in continui rapporti con la Grecia e l’Oriente.

Fu attraverso la costruzione del Duomo di Pisa che la vita artistica cominciò a svilupparsi in Italia. Fu fondato nel 1063 e completato nel 1118. Un’iscrizione nella facciata l’attribuisce all’architetto Buscheto. Si pensa sia un greco. Dove ha preso la sua ispirazione? Il progetto è quello di una basilica romana a cinque navate, ma ci sono due peculiarità: una cupola sulla croce delle navate, gallerie con colonne usate come ornamenti all’esterno e all’interno e in particolare sulla facciata dove ci sono quattro file. La cupola è un elemento bizantino. Le gallerie di colonne furono usate nel periodo bizantino intorno alle absidi esterne. Gli orafi e gli scultori d’avorio li sovrapponevano per incorniciare le loro statuette o scene intagliate.

Buscheto lavorò come argentiere sulla facciata della cupola. Il suo esempio, o forse le stesse tradizioni di argentieri o scultori d’avorio, ispirò gli architetti di molti altri edifici, come i campanili di Pisa e Parma, le chiese di San Michele a Lucques [Lucca] e a Pisa, le cattedrali di Parma e Modena, Nostra Signora di Poitiers, Nostra Signora di Digione, ecc.

L’interno della cattedrale voleva competere con le grandi moschee del Cairo e di Cordoba. Ha cinque navate di lunghezza e tre nel transetto. È una misteriosa foresta di colonne. Seguendo l’esempio di Ozanam, abbiamo amato, una sera, nel mezzo di una folla in preghiera e calma, lasciare che la nostra immaginazione si trasportasse alla Gerusalemme celeste. La cupola e la parte superiore delle navate hanno ricevuto gli ultimi raggi del sole. Gli angeli del Ghirlandaio sembravano salire e scendere lungo l’arco trionfale e animare [sic] l’imponente figura di Cristo di Cimabue seduto nell’abside.

Il campanile ha archi romanici come la cupola, il battistero ha pinnacoli gotici.

Pisa non ha grandi edifici in stile gotico, ma ha dei piccoli di grande perfezione: la Chiesa di Santa Caterina e la graziosa cappella della Sainte-Épine sulle rive dell’Arno.

Per la scultura, è ancora Pisa che ha preceduto il Rinascimento. Nicola da Pisa e il suo figlio Giovanni hanno abbandonato le forme bizantine per avvicinarsi all’antico. Studiarono i sarcofagi romani e specialmente quelli che sono ancora conservati nelle gallerie di Campo Santo. – Arnolfo di Cambio, allievo di Nicola Pisano, e Andrea Pisano, allievo di Giovanni, collegano la scuola di Pisa a quella di Firenze. – La meraviglia di questa scuola di scultura è il bellissimo pulpito del battistero di Nicola da Pisa.

Anche la pittura si è sviluppata molto presto a Pisa. Giunta Pisano, dalla prima metà del XII secolo, dipinse l’immagine di Cristo e della Madonna. Ha anche collaborato con Cimabue nella chiesa di Assisi. Non abbiamo alcun lavoro importante che sia molto autentico. Con Duccio di Siena, preparò Cimabue.

Il meraviglioso Campo Santo fu dipinto, è vero, dai pittori di Siena e Firenze, ma erano diventati dei pisani adottati. La maggior parte di loro erano allievi di Giotto.

Per quanto riguarda l’architettura, Campo Santo è opera di Giovanni da Pisa. È un bel chiostro gotico con ampie arcate. Nicola e Giovanni non hanno lavorato solo a Pisa. Hanno coperto l’Italia di monumenti. A Nicola è attribuita la Chiesa della Trinità di Firenze, la Basilica di Sant’Antonio da Padova, le chiese dei Santi Giovanni Paolo e Frari a Venezia e altre chiese a Napoli, Rimini, Ravenna, Faenza, Arezzo, Siena, ecc.

Esiste qualche incertezza sui pittori di Campo Santo. Il trionfo della morte dei padri del deserto sono attribuiti ai fratelli Lorenzetti, senesi, allievi di Giotto; il Giudizio universale appartiene a Orcagna, e ha fornito molti dati a Michelangelo; La storia di Giobbe è di Francesco da Volterra, un altro discepolo di Giotto. La leggenda di Saint Rainier è di Andrea da Firenze e Antonio Veneziano: i due sono giottisti e fiorentini. La storia di Sant’Efeso e San Potino è di Spinello d’Arezzo, della stessa scuola.

Benozzo Gozzoli dipinse la storia di Genesi. Deriva dal Beato Angelico. Il suo lavoro è pieno di poesia: poesia d’innocenza e semplicità, poesia guerriera, poesia drammatica, secondo i soggetti che ha dovuto dipingere.

Gozzoli, Orcagna e Lorenzetti sono i principali maestri di Campo Santo e le loro opere presentano le qualità caratteristiche dell’arte cristiana.

NOTES QUOTIDIENNES – 15ème CAHIER – 18 settembre 1899 – [luglio] 1900 [XV 1899]

 

28 aprile 1901

113 – Pisa. Una buona serata a Pisa, in quest’angolo incantato dove sorgono i gioielli più belli dell’arte cristiana.

Pisa non ha conosciuto quello che chiamiamo il medioevo. Passò direttamente dalla cultura romana al primo Rinascimento. Con Venezia, era l’intermediario tra la civiltà di Bisanzio e il risveglio dell’Occidente.

Lo splendore di Pisa durò tre secoli, dall’XI al XIV secolo. Si estese anche, ma con minore intensità fino al XVI secolo, sotto la tutela di Firenze.

La cattedrale fu costruita dal 1063 al 1118

  • il battistero dal 1153 al 1278
  • il campanile dal 1174 al 1350
  • il Camposanto dal 1188 al 1390.

La chiesa di Santo Stefano è opera del Vasari alla fine del XVI secolo.

Il XII, il XIII e il XIV secolo furono i grandi secoli di Pisa. A Camposanto le opere di Benozzo Gozzoli sono molto danneggiate. Per apprezzarlo, si deve vederlo a Firenze, nel palazzo Riccardi.

NOTES QUOTIDIENNES – 16ème CAHIER – 3 luglio 1900 – 30 giugno 1901

 

Aprile 1904

131 – La sera a Pisa, sono andato a meditare e sognare in questo meraviglioso angolo della città dove si riuniscono Campo Santo, il battistero e la cattedrale. Che civiltà delicata esisteva fin dal XII secolo. Non è la perfezione del secolo di Pericle dal punto di vista plastico, ma c’è una grazia, un’armonia, un’espressione cristiana nell’architettura e nella scultura che fanno di questo gruppo di monumenti un insieme senza rivali.

NOTES QUOTIDIENNES – 18ème CAHIER –  04 settembre 1902 – 29 giugno 1904 – XVIII 1904

 

12 ottobre 1909

Il 12, ho visto di nuovo Pisa che è stata la grande repubblica cristiana dell’undicesimo secolo. I trofei turchi della sua chiesa di Cavalieri ricordano il suo valore contro i musulmani. I suoi monumenti aggraziati mostrano che ha preceduto di 300 anni il Rinascimento dell’arte in Occidente. Dal XI al XV secolo, la scuola di Pisa tenne il primo piano e preparò quelli di Firenze e di Roma. I toscani sono una razza d’élite, probabilmente semita, proveniente dall’Asia Minore, che hanno messo l’Occidente in contatto con le civiltà dell’Egitto e della Grecia.

NOTES QUOTIDIENNES – 24ème CAHIER – [Ottobre] 1907 – 1908 – [Novembre] 1909

 

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L’edificio fu detto Campo Santo per una tradizione secondo la quale il terreno dove sorse sarebbe stato mescolato con terra giunta dalla Terrasanta con le navi pisane di ritorno dalla III crociata. L’ampia struttura nacque comunque per uno scopo ben preciso: creare uno spazio adeguato per raccogliere i sarcofagi e le varie sepolture che da secoli affollavano l’area attorno alla Cattedrale.

Le origini

Pisa, città di antichissime origini (VIII-VII secolo a.C), divenne dopo l’89 a.C. municipium e poi intorno al 30 a.C. colonia romana (Osequens Iulia Pisana). La sua fortuna dipese dalla felice posizione geografica al centro di una rete di percorsi marittimi, fluviali e terrestri.

Pisa se caratterizzò dunque fin dalle origini come il centro di un articolato complesso portuale che aveva i suoi punti di forza nel porto fluviale cittadino e sul mare nel Porto Pisano costruito dai Romani nei primi secoli della nostra era. La storia antica e medievale di Pisa fu perciò strettamente legata al mare e alle sue attività.

Dalla fine dell’XI secolo Pisa organizzò la propria autonomia comunale (la prima menzione dei Consoli del mare risale agli anni 1080-1085), che raggiunse la pienezza nel corso del secolo successivo. La seconda metà del XII secolo rappresentò un periodo di grande e profondo rinnovamento politico, giuridico ed economico, che pose Pisa all’avanguardia tra le città italiane. L’Arno rappresentava il cuore pulsante della città e su di esso se affacciavano le aree commerciali.

Nel momento del suo maggiore prestigio e potenza, Pisa, città in grande espansione, volle innalzare la sua Chiesa più importante, coronata dal Campanile, dal Battistero e dal Camposanto: l’architettura dei quattro edifici, la loro armonia non furono il frutto di una mente sola, essendo la piazza il risultato dell’opera dei più geniali architetti, che lavorarono in periodi diversi alla loro edificazione. Essi reinterpretando la geometria dell’architettura classica e riprendendo dal ‘arte islamica, inventarono un nuovo stile: il Romanico. Artisti di valore assoluto: Nicola e suo figlio Giovanni, che influenzarono artisti quale il Brunelleschi, Donatello e lo stesso Michelangelo.

Campo Santo

Il cimitero della Cattedrale fu iniziato nel 1277, per opera di Giovanni di Simone, come ultimo degli edifici monumentali della piazza, a formare una quinta scenica sul lato settentrionale.

L’edificio fu detto Campo Santo per una tradizione secondo la quale il terreno dove sorse sarebbe stato mescolato con terra giunta dalla Terrasanta con le navi pisane di ritorno dalla III crociata. L’ampia struttura nacque comunque per uno scopo ben preciso: creare uno spazio adeguato per raccogliere i sarcofagi e le varie sepolture che da secoli affollavano l’area attorno alla Cattedrale. Per questo nel 1277 l’arcivescovo Federico Visconti firmò l’atto di donazione del terreno per la costruzione di uno “spazio recintato” ad uso di cimitero, che ebbe dapprima la forma di chiesa, dedicata alla Trinità. L’interruzione dei lavori, causata anche dalla sconfitta di Pisa nella battaglia della Meloria, e la ripresa nel Trecento ridefinirono completamente la struttura, che ebbe la pianta all’incirca rettangolare con grande chiostro centrale.
L’esterno è in semplice marmo bianco, con 43 archi ciechi e due porte. L’accesso principale è quello ad oriente, ed è decorato da un tabernacolo gotico sopra il portale, opera della seconda metà del XIV secolo, con statue della Vergine col Bambino e quattro santi. All’interno vi è un chiostro con arcate a sesto acuto particolarmente decorate, nei corridoi del quale sono presenti numerosi sarcofagi romani, un tempo riutilizzati per le sepolture più prestigiose.
Nel 1360 iniziarono gli affreschi dei corridoi con soggetti legati al tema della vita e della morte, ai quali lavorarono Buonamico Buffalmacco e Francesco Traini, il primo autore del celebre Trionfo della Morte, il secondo di una Crocefissione. Nella cappella Aulla è conservata la cosiddetta “lampada di Galileo”, un tempo in cattedrale, la cui osservazione dette allo scienziato lo spunto per la teoria sull’isocronismo del pendolo. All’interno della struttura sono inoltre esposti alcuni anelli della grande catena di Porto Pisano che dopo la sconfitta della Meloria (1284) fu spezzata e portata a Genova, fino alla restituzione dopo l’Unità d’Italia.

La Torre Campanaria detta Pendente

La prima pietra del campanile fu posta a 9 agosto 1173.

Se è possibile rintracciare gli autori autografi degli altri monumenti della piazza, il Campanile non è firmato; cosa assai curiosa che si aggiunge al dibattito pluricentenario sul primo autore e sul primo decennio della fabbrica della “Torre campanaria”.

Nell’anno 1185 si verificò il cedimento basamentale e la conseguente inclinazione che comportò il blocco dei lavori per quasi un secolo. La continuazione fu affidata a Giovanni di Simone, che proprio in quelli anni,

aveva lavorato sul San Francesco, con il suo ardito campanile; l’architetto dimostrò straordinaria perizia nel limitare le conseguenze della pendenza e così i lavori continuarono fino al 1284, data della sconfitta navale della Meloria. L’ultimo anello del Campanile, il settimo, adibito a cella campanaria, fu concepito e realizzato da Tommaso Pisano attorno alla metà del XIV secolo.

Il Duomo

Fu scelto, quale luogo atto ad accogliere il Duomo della città, uno spazio aperto e fuori delle mura più antiche; dopo la vittoriosa spedizione di Palermo (1063), si dette inizio ai lavori, sotto la direzione di Buschete Nella sua concezione, il Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta, avrebbe dovuto raccogliere intorno alla grande cupola il movimento architettonico di tutto l’insieme dell’edificio sacro; cento anni più tardi, un altro grande architetto, Rainaldo, concepì e diresse l’allungamento delle tre campate, terminando la splendida facciata e innalzando la navata fino al completamento del Duomo, unico e grandioso, quale ancor oggi si vede.

Il Battistero

Fa costruzione del Battistero fu iniziata nel 1153 dal Diotisalvi, architetto della chiesa del Santo Sepolcro. Il monumento fu riedificato nel 1278, come dice una iscrizione che appare fra due pilastri all’interno del Battistero.

F’ordine di architetti che circonda il Battistero è ornato con teste e sculture attribuite a Nicola e Giovanni Pisano è ritenute tra le loro opere più importanti. Al centro del monumento è il bellissimo fonte battesimale e, vicino all’altare, sorge il pulpito, opera del grande Nicola Pisano nel 1260.

 

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