Liturgia ● Presso la tomba di Dehon

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Angelus

Canti

Casa di Dehon

Presso la tomba

Preghiera presso la toma di Dehon

 

V – Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

R – Amen.

Saluto 

La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.

R – E con il tuo Spirito. 

 

Canto

Preghiamo

 

V – O Dio che hai dato a P. Leone Dehon la grazia di fare dell’unione a Cristo nel suo amore per te e per gli uomini, il principio e il centro della sua vita, concedi anche a noi di vivere fedelmente la nostra vocazione, per giungere alla perfetta carità che ci hai offerto nel tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

R – Amen.

Lettura del Libro del Siracide (44, 1-2ª.4.7.10.13.14)

Facciamo l’elogio degli uomini illustri, dei nostri antenati per generazione. Il Signore ha profuso in essi la gloria. Erano uomini rinomati, consiglieri per la loro intelligenza e annunciatori nelle profezie. Capi del popolo con le loro decisioni e con l’intelligenza della sapienza popolare; saggi discorsi erano nel loro insegnamento. Tutti costoro furono onorati dai contemporanei, furono un vanto ai loro tempi. Furono uomini virtuosi, i cui meriti non furono dimenticati. Nella loro discendenza dimora una preziosa eredità. Per sempre ne rimarrà la discendenza e la loro gloria non sarà offuscata. I loro corpi furono sepolti in pace, ma il loro nome vive per sempre.

Parola del Signore.

 

Breve tempo di silenzio

Riflessione

 

Ci fermiamo su questo testo, dove il Siracide evoca le figure celebri che hanno segnato la storia di Israele, allo scopo di infiltrare, con i loro esempi, vita nuova nel presente e proiettare la speranza del popolo verso il futuro. 

Possiamo forse sentirci sopraffatti dalla fragilità delle motivazioni con le quali questi e altri uomini buoni dell’Antico Testamento mettevano fondamento alla loro speranza. Si accontentavano di essere sepolti in pace, cioè, in piena prosperità materiale, età avanzata, e che il loro nome non fosse dimenticato dopo la loro morte, ma ricordato dalle future generazioni. E se ragioni così fragili hanno prodotto e rafforzato personaggi di tanta statura morale, che dire della speranza che è Cristo? 

Il nostro Padre e Fondatore scrive nel suo Testamento spirituale: “Spero di salvarmi, perché la misericordia del Signore non vorrà smentirsi”. Quando sta per morire a Bruxelles, il 12 agosto 1925, punta a Gesù, sul cui petto si appoggia Giovanni, e dice: “Ecco il mio tutto, la mia vita, la mia morte, la mia eternità”. Poco dopo, dice ancora: “Presto vado in cielo”. Infine esclama: “Per lui vivo, per lui muoio” e consegna la sua anima al Cuore di Gesù. 

Il vescovo di Soissons, Mons. Binet, nell’elogio funebre di P. Dehon, ha dichiarato: “A uno dei figli più eminenti e più illustri del XIX secolo, la diocesi di Soissons… offre tramite il mio ministero, le lacrime del dolore, … la sconfinata gratitudine e soprattutto il tributo di preghiere che sono dovute a P. Dehon per tanti titoli”. E i titoli erano molto reali: anzitutto le tante opere sociali realizzate a Saint Quentin. P. Dehon con le sue quattro lauree “poteva confinarsi nella torre d’avorio della sua superiorità intellettuale, invece, è andato al popolo ancora prima che Leone XIII lo raccomandasse a tutti i sacerdoti. “Durante vent’anni – continua il vescovo di Soissons – qual è la grande iniziativa avviata a S. Quentin, in campo religioso, dove non si scorga la mano e soprattutto la grande anima di P. Dehon?” Mons. Binet passa quindi in rassegna l’apostolato sociale di P. Dehon, l’apostolato nel campo dell’educazione e della formazione della gioventù, specialmente nel Collegio San Giovanni, da lui fondato e diretto per tanti anni: “Con quale venerazione e quale emozione… gli antichi alunni del San Giovanni parlano di lui… Doveva essere veramente grande, soprattutto nel cuore, P. Dehon, per essere tanto amato! Tuttavia le più grandi opere di Dio, le più feconde, non mancano mai di traversie… Per P. Dehon… alla montagna delle beatitudini fu spesso vicino il Calvario; ma non aveva emesso il voto di vittima? Seguendo una via cosparsa di rovi e di spine, trovò il Cuore di Gesù, si donò a Lui, con un buon numero dei suoi amici… Come San Giovanni Battista, P. Dehon non riservò gelosamente per sé coloro che aveva conquistato alle ascensioni spirituali, purché andassero a Cristo e si mettessero al suo servizio”. 

È certamente quello che vuole anche da noi, i suoi figli, oggi, 94 anni dopo la sua morte, a Bruxelles. Le sue spoglie furono tumulate nella tomba della Congregazione nel cimitero di San Giovanni, in questa città. Riesumate nell’ottobre 1963, riposano ora in questa tomba, in questa chiesa di San Martino, costruita da lui nel 1890.

Alla fine della vita non ci resta nulla nelle mani, se non l’amore. È un pensiero di Teresa di Lisieux, che P. Dehon ha sottoscritto volentieri. Fra le carte che contengono le sue ultime volontà, – scrive P. Philipe – abbiamo trovato un plico con questa scritta: “Patto con nostro Signore”. Il documento comprende la formula seguente, scritta di sua mano:

“Gesù mio, dinanzi a te e al Padre tuo celeste, alla presenza di Maria Immacolata, mia madre, e di S. Giuseppe, mio protettore, faccio voto di consacrarmi per puro amore al tuo sacro Cuore, di dedicare la mia vita e le mie forze all’opera degli Oblati del tuo Cuore, accettando fin d’ora, tutte le prove e sacrifici che ti piacerà domandarmi. Faccio voto di dare per intenzione a tutte le mie azioni il puro amore per Gesù e il suo sacro Cuore, e ti supplico di toccare il mio cuore, di infiammarlo del tuo amore, affinché non abbia solo l’intenzione e il desiderio di amarli, ma anche la gioia di sentire, per influsso della tua santa grazia, tutti gli affetti del mio cuore accentrati unicamente in te”.

Pensiamo per alcuni momenti a queste parole del nostro venerato Fondatore e cogliamo le conseguenze che ci sembrano migliori per la nostra vita e per la nostra morte. Amen.

 

Momento di silenzio

 

Preghiamo

 

Venerabile Padre Leone Dehon
siamo qui, come figli intorno al padre.
Lodiamo il Signore per te, per quanto ti ha dato
e per quanto ha voluto fare in te e, con la tua mediazione,
nella società  e nella Chiesa del tuo tempo.

Vogliamo ringraziare in particolare la grazia
e la missione affidata a te di arricchire la Chiesa
con il nostro Istituto religioso apostolico
che vive della tua ispirazione evangelica.

Ottieni per noi da Dio il dono dello Spirito
affinché faccia fruttificare questo carisma
secondo le esigenze della Chiesa e del mondo di oggi.

Che questi giorni d’incontro fraterno
contribuiscano a ravvivare in noi il dono di Dio
perché nelle nostre comunità e nelle nostre Entità
riviva il fervore dell’esperienza
della nostra vocazione oblativa riparatrice
con lo zelo e la gioia nel servizio del Regno del Cuore di Gesù.
Amen.

 

R – Il Signore ci benedica, ci faccia degni discepoli di P. Dehon e ci conduca alla vita eterna.

R – Amen.

Canto